martedì 28 gennaio 2025

Di saga in saga. Parte seconda






Gull-Þóris saga

(“Saga di Þórir-oro”), detta anche Þorskfirðinga saga (“Saga degli abitanti del Þorskafjǫrðr”) è una islandingasaga del xiv sec., basata su un’edizione del xiii sec. andata perduta, menzionata da Sturla Þórðarson nella sua versione della Landnámabók (il “Libro dell’insediamento [in Islanda]”). La saga, conservata solo parzialmente (i capitoli 11 e 12 mancano in tutti i manoscritti), riguarda inizialmente i colonizzatori del Þorskafjǫrðr (Islanda occidentale), nove figli dei quali, su iniziativa di Þórir, stringono il legame di fratellanza di sangue [Il norreno fóstbróðir indica l’instaurazione di un legame fraterno tra non consanguinei, la cui solidarietà è sancita da un particolare rituale] e partono per un avventuroso viaggio verso la Norvegia. Qui aprono un tumulo sepolcrale per cercare tesori nascosti, ma il suo abitante, un troll di nome Agnarr, o propriamente uno zio di Þórir, li distoglie dal loro intento e consegna loro doni magici. Grazie a essi e al coraggio di Þórir, conquistano un tesoro custodito da un drago in Norvegia settentrionale; Þórir lo porta con sé in Islanda servendosi di ceste. A causa della sua avidità rimane coinvolto in una serie di faide che costituiscono il climax della vicenda. La prima parte della saga è più affine alle più recenti fornaldarsǫgur d’impronta fiabesca anziché alle islandingasǫgur e anche la seconda parte consta di lotte abbastanza stereotipate e senza motivazione psicologica. Le avventure di Gull-Þórir vengono brevemente menzionate nella Hálfdanar saga Eysteinssonar (“Saga di Hálfdan figlio di Eysteinn”).

 

Gríms saga loðinkinna

(“Saga di Grímr guancia-irsuta”), breve fornaldarsaga risalente al xiv sec., che consiste essenzialmente nella ricerca, da parte di Grímr, figlio dell’eroe della Ketils saga hængs (“Saga di Ketill salmone”), della moglie Lopthæna che gli era stata rapita. In verità la donna era stata tramutata dalla matrigna in una donna-troll che Grímr riuscirà a salvare. La saga si conclude con una dettagliata genealogia dei discendenti di Grímr, accennando anche al figlio di quest’ultimo, Ǫrvar-Oddr (“Oddr l’arciere”), eroe dell’omonima saga.


Áns saga bogsveigis

(“Saga di Ánn il curvatore di archi”) è una fornaldasaga risalente al xv secolo relativa a un norvegese originario di Hrafnista, il quale entra in combutta con il re Ingjaldr e pertanto viene bandito; infine riesce tuttavia a vendicarsi e a trascorrere in pace la vecchiaia. La saga presenta solo alcuni tratti tipici delle fornaldarsǫgur e per la vicenda realistica potrebbe essere annoverata piuttosto tra le íslandingasǫgur se non fosse per l’ambientazione e dalla successione temporale degli accadimenti. Una versione più datata di questo materiale è già presente dei Gesta Danorum (VI, 4) in merito ad Ano sagittarius. La popolarità della saga che contiene componimenti recenti, taluni anche di scherno e di contenuto amoroso, traspare non solo dall’elevato numero di manoscritti in cui è tràdita, ma anche dalle Áns rímur bogsveigis sorte in un secondo momento e basate su una versione più ampia della saga andata perduta; la redazione di questa rielaborazione in versi risalirebbe alla prima metà del xvi secolo e sarebbe ascritta al poeta islandese Sigurður blindur (“il cieco”, ca. 1470-1545).

 

Bandamanna saga

(“Saga dei confederati”). Una delle più brevi e migliori fornaldarsǫgur che, come dice il titolo, ha per protagonisti otto avidi goðar che si alleno per incrementare ancor di più le loro ricchezze impiegando mezzi sospetti. Oddr Ófeigsson, l’eroe della saga, ha commesso un errore formale in un processo contro un assassino e suo padre Ófeig riesce a porvi rimedio soltanto ricorrendo alla corruzione, in modo che l’omicida venga condannato. In seguito gli otto goðar si confederano e accusano Oddr di corruzione, allo scopo di farlo bandire e di impossessarsi del suo patrimonio. Tuttavia Ófeigr ne corrompe due e gli altri nel processo devono corrispondere solamente una cifra ridicola e diventano lo zimbello di tutti. Il tono ironico e umoristico della saga sembra essere stato influenzato dai fabliau europei anziché dai carmi eddici di contenuto mitologico come la Lokasenna; è tràdita in due versioni originatesi da un unico originale andato perduto, probabilmente composto attorno alla metà del xiii secolo. Oddr Ófeigsson è il protagonista anche dell’Odds þáttr Ófeigssonar (il “Racconto di Oddr Ófeigsson”) e figura anche nello Hemings þáttr (il “Racconto di Hemingr”).




 

Háldanar saga Eysteinssonar

Hálfdanar saga Eysteinssonar (“Saga di Hálfdan figlio di Eysteinn”). Fornaldarsaga risalente agli inizi del xiv secolo e una delle migliori narrazioni rientranti nel novero delle saghe vichinghe dai tratti fiabeschi. L’autore conosceva e ha impiegato opere storiche come la Landnámabók (“Libro dell’insediamento [in Islanda]”), come pure la Ynglinga saga (“Saga degli Ynglingar”) e altre fornaldarsǫgur, come la Ragnars saga loðbrókar (“Saga di Ragnarr brache-villose”) e la Vǫlsunga saga (“Saga dei Vǫlsungar”), ma sussitono anche stretti contatti tra la presente saga e la Egils saga einhenda (“Saga di Egill il monco”). La trama consiste essenzialmente nel racconto di una richiesta di matrimonio con numerose avventure bellicose. La vicenda si protrae e si complica perché la principessa Ingigerðr corteggiata dall’eroe nel momento cruciale si scambia con la sua cameriera, così che il malvagio vichingo Úlfkell sposa la falsa principessa e Hálfdan infine si congiunge con quella vera. Nonostante i motivi stereotipici la saga è strutturata con momenti di suspence e risulta di piacevole lettura.

  

Hálfs saga ok Hálfsrekka

(Saga di re Hálfr e dei suoi campioni”). Fornaldarsaga sorta nel tardo xiii secolo e conservata in circa quaranta testimoni. Era in qualche forma già nota a Sturla Þórðarson (1214-1284), il quale ripropone un episodio nella sua versione della Landnámabók. La saga, dalla trama assai disconnessa, si svolge in Norvegia e attinge soprattutto alle saghe eroiche citando anche antichi canti eroici. L’antica datazione della vicenda è dimostrata dal fatto che la kenning per designare il fuoco, Hálfs bani (“uccisore di Hálfr”), è impiegata nell’Ynglingatal composto nel x secolo. Il filone principale della storia narra di re Hálfr che, con i suoi eroi, dopo diciotto anni di spedizioni vichinghe ritorna nel suo regno e, nonostante un sogno premonitore, viene ingannato da re Ásmundr e bruciato nella sua sala. Gli unici due superstiti della susseguente strage compongono canti sull’accaduto. La saga termina con la partenza del nipote di re Hálfr per l’Islanda.

 

Harðar saga ok Hólmverja

(“Saga di Hǫrðr e dei difensori dell’isola”). Fornaldarsaga del xiv secolo relativa alla vicenda astorica di Hǫrðr Grímkelsson, orfano di madre e cresciuto senza l’amore del padre. All’età di quindici anni lascia l’Islanda assieme ai malvagi fratelli di sangue Geir e Helgi e trascorre quindici anni all’estero. Acquista fama di eroe e sposa la figlia di uno jarl del Götaland. Ritornato in Islanda, le sue sorti peggiorano: il fratello di sangue Helgi uccide un ragazzo innocente e Hǫrðr, temendo ripercussioni, ne ammazza anche il padre, così i due vengono proscritti. Tuttavia non lasciano l’Islanda, ma radunano attorno a sé una schiera di delinquenti e stabiliscono la propria base su un isolotto affacciato alla costa, da dove intraprendono razzie (e da qui deriva il titolo della saga). Infine si attirano lo sdegno di tutti i contadini dei dintorni, compresi i congiunti di Hǫrðr. La masnada viene attirata fuori dalla base e tutti i componenti vengono uccisi.

Al termine della saga si trova un rimando a Styrmir inn fróði (“il saggio”), quale informatore sugli accadimenti della vita di Hǫrðr. Si è pertanto supposto che Styrmir sia l’autore di questa saga e che coincida con la Harðar saga Grímkelssonar (“Saga di Hǫrðr figlio di Grímkell”), menzionata da Sturla Þórðarson nella sua edizione della Landnámabók; di questa versione risalente al xiii secolo è conservato un singolo foglio.


Hávarðar saga Ísfirðings

(“Saga di Hávarðr di Ísafjǫrd”). Saga degli islandesi ben composta ma prevalentemente frutto d’invenzione, relativa a un padre che si vendica dell’assassinio del figlio. L’azione si svolge nel x secolo in Islanda occidentale e ricorda il materiale della Hrafnkels saga Freysgoða (“Saga di Hrafnkell goði del dio Freyr”): un ricco capo (Þorbjǫrn) fa pressione sui suoi vicini; uno di questi, Hávarðr, ha un figlio di nome Óláfr che lavora come pastore e viene ammazzato da Þorbjǫrn. Il vecchio Hávarðr ha un crollo, ma, spronato dalla consorte, con l’aiuto di amici e congiunti, riesce a vendicarsi su Þorbjǫrn e i suoi.

Questa saga sarebbe stata composta attorno al 1330, ma si basa su una più antica versione andata perduta, che Sturla Þórðarson impiegò nella sua Landnámabók e che intitolò Þorbjarnar saga ok Hávarðar (“Saga di Þorbjǫrn e Hávarðr”). Nella saga sono tràdite anche quattordici lausavísur del protagonista, tra cui due alludono chiaramente al Sonatorrek di Egill Skallagrímsson e una alla strofa di un componimento dello jarl Rǫgnvald; in parte queste strofe sono conservate in pessimo stato, tanto che si pensa siano originali e vadano datate all’xi secolo.


Heiðarvíga saga

(“Saga della battaglia nella brughiera”). Nota anche come Víga-Styrs saga dal nome dell’eroe della prima parte, è generalmente ritenuta la più antica saga degli islandesi. Fu presumibilmente composta attorno al 1200, forse a Þingeyrar, in prossimità del luogo di residenza dei principali protagonisti dalla saga. Le vicende si svolgono nel primo quarto dell’xi sec.

Rispetto alle altre íslendingasǫgur, la Heiðarvíga saga è redatta in una prosa peggiore ed è stilisticamente più semplice. La vicenda si riparte in due sezioni tra loro non saldamente connesse: la prima tratta del violento Víga-Styrr che infine cade vittima di un giovane vendicatore, il quale viene portato in salvo da alcuni goðar a Borgarfjord. Il genero di Víga-Styrr, il goði Snorri, guida una spedizione punitiva e uccide uno di questi goðar; su questa parte della saga si basa la Eyrbyggja saga (“Saga degli uomini di Eyr”) che adduce espressamente la Heiðarvíga saga come fonte. La seconda parte tratta prevalentemente delle faide scaturite dalla vendetta, le quali volgono a termine nella famosa battaglia nella brughiera di Tvídægra.

I primi quindici capitoli del manoscritto pergamenaceo perirono in un incendio nel 1728 e ci sono noti unicamente da una sintesi datata 1730; i restanti ventotto capitoli sono conservati nel manoscritto originale risalente alla metà del xiii sec.

 

Gǫngu-Hrólfs saga

“Saga di Hrólfr-appiedato”. Corposa fornaldarsaga composta agli inizi del xiv sec. e che presenta tutti gli elementi delle recenti opere rientranti in questo genere: una trama avventurosa, in parte fantastica, ambientazione sempre diversa che coinvolge tutta l’Europa e un eroe quasi sovrumano. Hrólfr, troppo grande per poter cavalcare – da qui il suo appellativo -, viene identificato con il personaggio storico di Rollone, il quale conquistò la Normandia e nel 911 ne divenne il primo principe. Non si ha tuttavia alcun riguardo ai fatti storici e la trama non ha nulla a che vedere con la storia di Rollone.

Dopo una concisa introduzione, si narra di Hrólfr che promette allo jarl Þorgnýr dello Jutland di riuscire a procurargli la mano della figlia di re Hreggvid di Russia. La maggior parte della saga è pertanto dedicata all’avventuroso viaggio di Hrólfr per ottenere la fanciulla desiderata dallo jarl (capp. 12-27). La principessa, dopo aver sottoposto Hrólfr a una serie di prove, viene condotta dallo jarl, ma l’eroe deve nuovamente mettersi per via, al fine di vendicare il padre; riesce nel suo intento dopo una battaglia di tre giorni la cui descrizione rientra tra i più lunghi e fantasiosi resoconti di guerra contenuti nelle saghe (capp. 30-33). L’ultima parte della saga narra del viaggio di Hrólfr per conquistare l’Inghilterra; la descrizione del paese e della Danimarca è arricchita con dati geografici tratti dalla Knýtlinga saga.

Sebbene da un punto di vista odierno la saga vada incasellata nella letteratura d’intrattenimento, il piacere dell’autore nel presentare l’argomento, la trama varia e carica di suspence e i personaggi sapientemente scelti, concorrono a creare un’opera davvero piacevole.

 


(di Elisa Zanchetta)



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