domenica 10 dicembre 2023

Canti sciamanici e usanze natalizie in Ungheria

 


Il regölés è un'usanza popolare ungherese di ringraziamento e propiziazione della fertilità, preservata fino al giorno d'oggi presso alcune comunità della zona del Transdanubio sud-occidentale. Il momento centrale di tale usanza è il 26 dicembre, giorno di santo Stefano, ma in talune zone si estende fino a capodanno; in tale occasione, gruppi di giovanotti vanno di casa in casa a cantare regösénekek [1], passando dapprima dalle case delle ragazze e ricevendo qualche dono in cambio del loro augurio, considerato dotato di forza magica. L’esibizione avveniva nelle stanze o all’esterno, sotto la finestra. Il termine regölés è di origine ugrofinnica e può essere messo in relazione con l'estasi sciamanica. 



Il caratteristico verso «haj, regö rejtem» conserva ancora traccia dell’antico paganesimo ungherese ed è stato oggetto di numerosi studi nel corso dei secoli, al fine di comprenderne la semantica originaria, oggi del tutto oscurata. Si è in genere concordi sul fatto che si tratterebbe del verso magico di cui anticamente il táltos (lo sciamano magiaro) si serviva per l'espletamento della propria mansione. Designerebbe pertanto l'attività di «incantare servendosi del canto», «incantare quanto viene menzionato nel canto». Ecco un esempio:

Egyöttünk, egyöttünk Szent István szolgáji,    
régi szokás szerint szabad még tartanyi,         
haj rege rejtem! Majd neked ejtem.                 
 
Regöjjünk, regöjjünk a házi gazdának            
egy hold földet.                                                
Az egy hold földön száz kepe buzát,                
száz kepe rozsot, száz kepe árpát,                    
haj rege rejtem! Majd neked ejtem.                 

Siamo venuti, siamo venuti, i servitori di santo Stefano,
come di antico uso, se ci è concesso,
ehi, ti incanto con il canto! Lo intonerò per te.

Cantiamo, cantiamo per il padrone di casa
un campo di terra.
Su questo campo di terra cento covoni di grano,
cento covoni di segale, cento covoni d’orzo,
ehi, ti incanto con il canto! Lo intonerò per te.

La copiosa presenza di interiezioni (haj!, hej!) confermerebbe che si tratta di canti usanti durante una cerimonia sciamanica: alla stregua dello sciamano siberiano, anche il táltos ungherese si sarebbe servito di esclamazioni per invocare gli spiriti che lo avrebbero coadiuvato durante il viaggio siderale. 

Chi prende parte al regölés prende il nome di regös, termine che secondo i linguisti e gli studiosi di preistoria ungherese si riferirebbe allo sciamano ungherese, erede degli antichi táltosok. I membri di questi gruppi non indossavano maschere, ma si imbrattavano il volto con la cenere e talvolta si attaccavano dei mustacchi. Anticamente indossavano una pelliccia a rovescio e recavano in mano un tipico bastone da pastore fornito di tre o quattro anelli metallici appesi a mo’ di sonaglio (csörgőbot, letteralmente bastone sonaglio”, o láncosbot, bastone a catena”). Tradizionalmente per fare rumore si munivano di köcsögduda, uno strumento musicale membranofono a frizione equiparabile al putipù (o cupa-cupa) caratteristico della musica popolare dell’Italia meridionale. In Transilvania e nella provincia di Udvarhely, la sera di Natale gruppi di scapoli e uomini sposati si recavano a cantare il regösének alle case degli sposi novelli. 



Il regösének ha gradualmente perso il suo significato originario, tanto che i regösök stessi lo eseguono ormai semplicemente per la bellezza della melodia e il piacere del ritmo allitterante del testo, più che per la sua semantica. Con il tempo è divenuto sempre più un canto di corteggiamento, volto a propiziare l’unione coniugale tra il ragazzo e la ragazza menzionati nel testo.



[1] Termine con sui si designano i canti impiegati in tale frangente. Il sostantivo è composto da regös (nome attribuito a chi partecipa a tali cortei) ed ének ("canto", pl. énekek).


Bibliografia

Andrásfalva Bertalan, Balassa Iván, et. al., Magyar néprajzi lexikon ["Enciclopedia etnografica ungherese"] (5 voll.), Akadémiai Kiadó, Budapest 1982 (https://mek.oszk.hu/02100/02115/html/index.html).

Diószegi Vilmos, A pogány magyarok hitvilága ["Il patrimonio di credenze dei magiari pagani"], Akadémiai kiadó, Budapest 1967 (ed. it. 2023, La religione dei magiari pagani, a cura di Elisa Zanchetta, Vocifuoriscena, Viterbo).

Dömötör Tekla, Régi és mai magyar népszokások ["Usanze popolari ungheresi antiche e odierne"], Néprajz mindenkinek, 3, Tankönyvkiadó, Budapest 1986.


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