domenica 30 luglio 2023

Qualche appunto sulle salige Frauen

 


Da qualche mese è disponibile in traduzione italiana il celebre saggio di storia delle religioni e mitologia comparata dell'etnografo finlandese Uno Harva (1882-1949), intitolato Elämänpuu ("L'albero della vita"), primo titolo della neonata etnosfera humanica. La traduzione è stata condotta sull'origine edizione finlandese del 1920, confrontandola anche con la successiva edizione tedesca del 1922 (Der Baum des Lebens). L'edizione da noi impiegata è stata pubblicata nel 1996 da Edition Amalia e contiene numerose illustrazioni liberamente aggiunte dall'editore, alcune delle quali hanno destato la nostra attenzione, richiedendoci di fare ricerca per mettere a tacere la nostra curiosità. Una di queste illustrazioni riguarda le salige Frauen, figure mitologiche di cui non disponevamo di alcuna informazione. Avendo optato per consegnare al lettore italiano l'opera di Uno Harva nella sua veste originale, arricchita con gli aggiornamenti dell'autore, ma depurata dei vezzi editoriali di Edition Amalia, peraltro non segnalati come tali al lettore, siamo stati costretti ad omettere alcune chilometriche note che avevamo preparato come accompagnamento. Quale occasione migliore per riproporvi il risultato delle nostre ricerche se non attraverso il nostro blog? Così oggi vi proponiamo qualche appunto sulle salige Frauen.


Salige Frauen

Anche Salkweiber o Salaweiber, sono belle fanciulle dalla figura slanciata e dorati capelli fluttuanti che popolano la mitologia delle regioni alpine dell’Austria e della Germania meridionale e costituiscono il corrispettivo delle weiße Frauen. Le leggende le presentano come donne timide che si trovavano in anfratti rocciosi, in zone glaciali o montuose ubicate lungo la Drava: secondo un racconto, a Rosental vivevano un tempo numerose Salkweiber dai piedi deformi che si intrattenevano lungo il suddetto fiume, cibandosi di pesce. 

Si diceva fossero timorose dell’uomo, ma allo stesso tempo erano prodighe di consigli e non disdegnavano di intervenire in aiuto delle persone, in particolare dei contadini poveri. Si narra, per esempio, che nel periodo del solstizio d’inverno un contadino udì una voce provenire dal fiume che gli consigliava di seminare i fagioli; egli era di buon umore, pertanto stette allo scherzo. L’indomani mattina vide gli steli, che tuttavia non contenevano alcun frutto. Ecco allora che udì nuovamente la medesima voce consigliargli di far uscire i maiali e di lasciarli razzolare sul seminato: solo allora i baccelli si riempirono di fagioli. Si narra inoltre che durante un’annata particolarmente secca, esse furono le uniche in grado di procurare del grano saraceno

Albero delle Drei-Salige Frauen  (Tirolo): da un’unica radice crescono il tronco giovane, mediano e vecchio

Albero delle Drei-Salige Frauen (Tirolo): da un’unica radice 
crescono il tronco giovane, mediano e vecchio. Immagine tratta dall'edizione tedesca del libro di Uno Harva.

Le salige Frauen erano connesse anche alla filatura: una leggenda narra di una contadina povera che trovò una Salkweib nel proprio letto; essa, per riverenza, le sollevò i lunghi capelli che giacevano al suolo, per metterli sopra il letto. Allora la fanciulla si destò, e in segno di riconoscenza donò alla donna un capello delle sue pesanti trecce, raccomandandole di metterlo nel rocchetto: in quel modo in casa sua non sarebbe mai mancato il filato.

Esse uscivano dai loro antri solamente al tramonto, recandosi al fiume, cantando e scherzando, per lavare le proprie vesti di lino più candide di una distesa innevata. Di notte, quando la luna splendeva alta in cielo, era meglio evitare di incontrarle, pertanto ci si premurava di fare parecchio rumore, cantando o schioccando la frusta, in modo da tenerle a debita distanza, stante che esse aborrivano ogni sorta di frastuono. Si narra di un giovane contadino che non ebbe l’accortezza di fare rumore, pertanto le salige Frauen lo fecero loro prigioniero e amante, baciandolo e vezzeggiandolo, fino a fargli esalare l’anima. Solo quando dalla valle giunsero frastuoni di guerra, le fanciulle si volatilizzarono