mercoledì 11 ottobre 2023

La ricetta di Tracce ǝ Ombre


A marzo 2023 è nata ufficialmente Tracce ǝ Ombre, marchio di Vocifuoriscena interamente dedicato alla letteratura contemporanea.
Sai che notizia, penserete, di case editrici così ce ne sono più di diecimila in Italia.
Tutto vero. E, se vi prenderete la briga di andare a controllare sul sito di Tracce ǝ Ombre, scoprirete tre cose che vi faranno ancor più storcere il naso: 

1. i presupposti editoriali sono molto simili a quelli della collana di letteratura italiana di Vocifuoriscena

2. ci lavorano esattamente le stesse persone (tra le quali, la sottoscritta); 

3. l’impostazione del sito è la copia sputata di quello di Vocifuoriscena. 

La domanda che sorge spontanea è: perché questa apparentemente inutile duplicazione?

A tutti voi sarà capitato di aprire un ristorante a conduzione familiare. Dentro avete voluto a tutti i costi la nonna, che sa cucinare ogni piatto di pesce a occhi chiusi, la suocera, famosa dalle Alpi a Lampedusa per le sue lasagne al bergamotto, lo zio, incontrastato re delle grigliate, il genero pizzaiolo che ne sforna dieci al colpo, e, già che ci eravate, Imerio, specializzato in cucina erotico-meditativa. 

Quando qualcuno vi diceva «Certo che ne avete di coraggio!», vi prendevate il lusso di sorridere con una punta di orgoglio, senza afferrare neanche di striscio la sottesa nota di sarcasmo. 

Ma poi, seppur con estenuante lentezza, siete dovuti giungere alla seguente e inevitabile conclusione: i clienti del ristorante ordinavano quasi esclusivamente lasagne al bergamotto. Comparivano articoli e recensioni, addirittura, sulle vostre lasagne al bergamotto, mentre pizze, grigliate, cucina erotico-meditativa e strepitose pepate di cozze passavano in sordina, quasi non esistessero. 

Cosa fare, dunque? Ed ecco la pensata: lasciare al primo ristorante la sua fama di lasagneria al bergamotto, e aprirne un secondo in cui proporre tutto il resto. 

Nel nostro caso, la parte delle lasagne al bergamotto è data dall’interesse per gli studi etnologici e filologici, nonché per la letteratura relativa a certuni popoli e Paesi: Vocifuoriscena ormai si identifica quasi solo per questa “prelibatezza” letteraria, e i tanti riconoscimenti e apprezzamenti non possono che renderci orgogliosi. Tuttavia, sappiamo di aver curato e di curare con altrettanto amore e passione anche gli altri piatti, e sarebbe un peccato condannare i nostri avventori a non gustarne la particolarità di accostamenti e sapori. 


Per questa ragione in Tracce ǝ Ombre abbiamo predisposto un menù con proposte appetitose per ogni palato… Anzi, no – cosa sto dicendo? – non per ogni palato. “Accontentare tutti” non è il nostro obiettivo, perché – non so se ci avete fatto caso – di solito ciò che piace a tutti è tremendamente piatto, scontato, reazionario, accomodante e soporifero.
E questo vale in cucina come in letteratura.
Solo che, mentre nel primo caso il danno è contenuto (mangiare una pasta senza infamia né lode è cosa che chiunque, tranne mia figlia, dimentica in fretta), nel secondo ha effetti dannosi e duraturi e, quel che è peggio, del tutto inconsapevoli: cibarsi di letteratura autoreferenziale, che offre solo un momentaneo senso di appagamento, crea dipendenza, atrofizza il cervello ed è considerata, secondo gli ultimi studi di “Science”, una delle principali cause della calvizie sottocutanea e del gomito a incasso. 

Al contrario, un’opera d’arte degna di tal nome, come sosteneva Hans Georg Gadamer, dovrebbe essere «lo sconvolgimento ed il crollo di tutto ciò che è usuale». Qualcosa che scuote, fa riflettere e che ci dice non solo «questo sei tu» (autoreferenzialità), ma anche, se non soprattutto, «tu devi cambiare la tua vita»

Diciamoci la verità: non è facile incappare in libri del genere. E non ho la presunzione di venirvi a raccontare che i libri di Tracce ǝ Ombre vi porteranno a simili rimescolamenti delle carte interiori. Ma una cosa sì, la posso dire: il nostro criterio non è pubblicare opere che si leggano “tutto d’un fiato”, giusto per distrarsi, staccare la spina e poi tornare alla solita routine, per alcuni forse anche molto soddisfacente, ma per la maggior parte triste e vuota come il frigorifero di uno scapolo.

Se così facessimo, sono convinta che tradiremmo la fiducia dei lettori. Ecco perché pubblichiamo e continueremo a pubblicare opere che non siano riducibili a un mero passatempo, ma che al contrario stimolino domande, dubbi, critiche, perplessità. Opere che inducano a pensare con la propria testa, che suscitino stupore, che facciano sudare fatica e magari incazzare, anziché offrire scontati lieti fine e risposte prefabbricate.

Questa è, per restare nel parallelo, anche la politica di un ristorante a cinque stelle: i piatti sono ricercati, curati nel dettaglio e nulla è lasciato al caso. Perché gli chef sanno quanto è importante sorprendere il palato, così come sanno che i clienti più esigenti li criticheranno, che quasi tutti si incazzeranno al momento di pagare il conto, ma che torneranno comunque perché da loro si mangia divinamente.

Claudia Maschio

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