Nelle leggende popolari Frau Holda (anche Hulda, Holle, Hulle, Frau Holl)
appare come un essere sempre bendisposto verso gli uomini e che si arrabbia
quando nota disordini in famiglia. Viene presentata come una creatura celeste
che cinge il mondo: a tal proposito si dice che quando nevica sia Frau Holda
che scuote le cortine del suo letto, facendo volare sulla terra le piume,
rappresentate dai fiocchi di neve.
Per raggiungere il suo regno, i mortali devono passare attraverso un pozzo.
Questo motivo è presente anche nell’omonima fiaba Frau Holle facente parte
delle Kinder- und Hausmärchen dei Gebrüder Grimm: la fanciulla cade nel pozzo
per recuperare il rocchetto cadutole e giunge in una bella pianura con migliaia
di fiori e illuminata dal sole. La ragazza serve fedelmente Frau Holle fino a
quando sente nostalgia per la propria famiglia. Prima di tornare a casa, Frau
Holle la porta davanti a un portone e, quando si apre, la fanciulla viene
sommersa da una pioggia d’oro.
Holda si sposta per mezzo di un carro: come Perchta, si fa aiutare da un
contadino per aggiustare il mezzo inserendo un perno, e i trucioli caduti a
terra diventano oro. Durante la sua processione annuale, che ha luogo nel corso
delle dodici notti quando a regnare è il soprannaturale, essa si aggira per il
paese portando fertilità al suolo. Holda viene concepita anche come colei che è
in grado di cavalcare i venti, seminando il terrore, e quindi assimilata al wütendes Heer (la “schiera furiosa”). Ne consegue la credenza che le streghe
cavalchino in compagnia di Holda. Di questa schiera furiosa, secondo una
credenza popolare molto diffusa, fanno parte anche i bambini morti senza essere
battezzati: non essendo divenuti cristiani, sono caduti nelle mani delle divinità
pagane. Holle-peter (anche Hersche, Harsche, Hescheklas, Ruprecht, Rupper) è il
nome del servitore imbacuccato che si aggira nel corteo di Holda al solstizio
d’inverno. Al suo fianco Holda ha anche degli spiriti benevoli chiamati holden,
popolo sotterraneo silenzioso di cui si dice sia la principessa.
A differenza di Holda, Perchta ha un giorno, e in particolare una notte, a
lei dedicata: si tratta della cosiddetta Perchtennacht, la notte dell’Epifania.
Durante tale festività devono essere consumati porridge e pesce, onde evitare
la sua ira. Qualora giungendo al banchetto in suo onore non trovasse nulla di
avanzato, provvede a mettere in atto la sua vendetta: a chiunque abbia preso
parte alla gozzoviglia, squarcia il ventre, lo riempie con pezzetti di paglia e
lo richiude servendosi di un vomere come ago e di una catena di ferro come
filo.
Come Holda, anche Berchta veglia sulle filatrici e se passando per i
filatoi l’ultimo giorno dell’anno, trova del lavoro incompiuto, provvede a
rovinarlo. Tra le fiabe popolari raccolte da Wolfgang Börner, nel territorio
compreso tra la Germania e la Croazia, si narra che durante la Perchtennacht,
Perchta esamina i filatoi di tutto il vicinato e lascia alle filatrici dei
rocchetti vuoti con l’ordine di riempirli in brevissimo tempo, altrimenti le
avrebbe punite attorcigliando e insudiciando la fibra di lino. Nella medesima
occasione avrebbe tagliato il ventre a chi quel giorno non avesse mangiato
zemmede (piatto povero che consisteva in un impasto di farina di grano saraceno
cotto in acqua salata e poi saltato in padella con grasso oppure burro),
rimosso l’altro cibo consumato e riempito lo spazio con fieno, paglia, mattoni
e poi ricucito.
In altri racconti, Perchte appare al crocevia a coloro che durante quella
notte si trovano per strada. Le narrazioni sono molto simili: il carro di
Perchte è rotto e necessita di essere riparato, perciò chiede al pover’uomo di
preparare un cuneo da inserire nel suo carro, invitandolo poi a mettersi in
tasca i trucioli formatisi durante la riparazione. Una volta giunto a casa,
essi diventato oro, il dono di Perchta.
Altrove si narra che sempre durante la Perchtennacht, Perchta con il suo stuolo di bambini, chi spingendo a fatica un aratro, chi trasportando attrezzi agricoli, si imbatte in una giovane filatrice che, vedendo questa strana processione, scoppia a ridere. Perchta va su tutte le furie, si avvicina alla ragazza e, con un soffio, le toglie la vista. La poverella trova a fatica la strada per il ritornare al villaggio e da quel momento inizia a condurre una vita misera, in quanto non potendo più svolgere il suo lavoro, è costretta a sedere lungo il ciglio della strada e mendicare. L’anno seguente Perchta appare nuovamente alla ragazza: quest’ultima non riconoscendola, le chiede l’elemosina, al che Perchta le risponde con grazia che l’anno prima le aveva tolto la vista, ma quella volta avrebbe restituito la luce ai suoi giovani occhi.
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