venerdì 21 maggio 2021

Come nasce un romanzo: "Il profumo dei ricordi ghiacciati" di Corina Ardelean


Non sempre le proposte di romanzi arrivano a una casa editrice per le vie “ufficiali”. Il profumo dei ricordi ghiacciati rientra in uno di questi casi. Rari, ma neppure così tanto.
Come sostiene Franco Ceradini, che si autodefinisce un cercaciottoli, il compito di un editore, o responsabile di collana, dovrebbe essere proprio quello di scoprire nuovi talenti, e poi valorizzarli.
E giuro che non si considera un idealista. Anzi, spesso recita la parte del disincantato, di quello che lascia ai giovani l’ingrato compito di sognare. 

Tutte palle: lui, e io con lui, siamo i primi a concedere al sogno la parte preponderante delle nostre vite. E vorremmo tantissimo essere sempre dei cercaciottoli, piuttosto che dover leggere pile su pile di romanzi che arrivano nella casella di posta e, solo una volta ogni cento, ci fanno trasalire, sentire un brivido percorrere la schiena, insomma la netta sensazione di aver trovato il nuovo ciottolo

Corina Ardelean non ha mandato il suo romanzo nella casella di posta dei Ciottoli. Mi era capitato di leggere alcuni stralci di questa sua opera prima su Facebook, e la freschezza e spontaneità della prosa, che riusciva a farmi vedere come dinanzi agli occhi i vari protagonisti, pur nelle loro complessità psicologiche, mi colpì e incuriosì. Vi intravedevo un mondo di sofferenze, discriminazioni ingiustificate e ingiustificabili, ma anche di gioia e volontà di rivalsa, un’irresistibile ventata di ottimismo e coraggio che incita ad andare avanti, al di là dei soprusi. E, soprattutto, un pro memoria su quale ruolo importantissimo, imprescindibile, ha il sognare nelle nostre vite.

Così contattai Corina, e subito le tirai le orecchie per non aver avuto la pazienza di proporre il suo romanzo a una casa editrice seria: auto-pubblicarsi equivale a un autogol, che ne dicano le tante presunte ditte che incitano alle edizioni autodafé. Se non altro perché, a livello critico, i dubbi sono enormi, a partire da fatto che chi si autopubblica non ha superato il vaglio editoriale. In pratica, è solo l’autore a dire che il suo romanzo ha un valore… un po’ poco, non vi sembra? 

Corina mi raccontò che aveva richiesto un editing, prima dell’auto-pubblicazione, e anche che aveva dovuto sborsare una cifra non indifferente.
Le chiesi di mandarmi il manoscritto e, senza troppo stupore, mi resi conto che il presunto editor non aveva mosso un dito: refusi, sintassi, contraddizioni, tutto era stato lasciato com’era

Corina, che è di nascita rumena, viveva da molti anni nel nostro Paese, amandolo al punto di scrivere un romanzo in italiano. Era quasi inevitabile che non potesse avere una padronanza totale di una lingua che soprattutto aveva appreso parlando, e qualcosa mi bruciò dentro nel rendermi conto di come era stata presa in giro.
Così iniziammo a lavorare al romanzo, con l’obbiettivo di sistemare gli inciampi linguistici e migliorarlo sotto tutti i profili.
Un percorso lungo, che ha richiesto anche cambiamenti sostanziali, ma Corina non si sentiva affatto una primadonna pronta a difendere a spada tratta quanto aveva scritto. Al contrario, ho scoperto una persona capace di mettersi in discussione, profonda, generosa e bella come Irina, uno dei suoi alter ego nel romanzo.
Dico uno, perché Corina la si ritrova spesso, nei protagonisti, ma talvolta anche nei comprimari, come nel caso di Gheorghe, a cui era stato rubato un futuro da pianista. E, nel sistemare le parti che lo riguardavano, avvertivo la premura quasi materna con cui Corina difendeva le sue idee, per poi accondiscendere dove intravedeva un effettivo miglioramento, oppure opporsi risolutamente laddove riteneva che stessi prendendo lucciole per lanterne. 

Ecco, è esattamente questo che funziona nella collaborazione con un autore: spennarsi senza ritegno, combattere a spada tratta, ma con in testa una sola cosa: il bene del romanzo; che è parto dell’autore, ma anche responsabilità dell’editore.
E con Corina non c’è stato bisogno di ricorrere al giudizio di re Salomone. 


1 commento:

  1. Quando succede di incontrare un manoscritto che accende lo spirito, a volte, ma non sempre e non necessariamente, anche il suo autore è luminoso. Allora la fatica dell'editor diventa lieve come una piuma...

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