Da bambina ho avuto la fortuna di fare innumerevoli passeggiate tra le Alpi, in compagnia di Silvia (la Sorella), i miei genitori, cugini, zii e nonni. E camminando si cantava. Ovviamente le canzoni le proponevano gli adulti del nostro folto gruppo, e una delle più gettonate era Bella ciao.
Quel ritmo incalzante, il testo graffiante e crudo, ma anche simbolo di rivolta e coraggio, mi si è impigliato nelle pedule della memoria e, a scrollarle dai piedi oggi, ecco dei sassolini per ridar loro valore e forza. Perché la vita di una donna spesso è ardua come scalare non una, ma mille montagne. Specie se, mentre cerca di andare avanti, di salire, di raggiungere la propria cima, c’è qualcuno pronto a farla precipitare in un crepaccio di desolazione, umiliazione e brutale sofferenza.
A quel qualcuno, vogliamo dire semplicemente Bello ciao.
E lo faremo – come sempre – con la raffinata arma della letteratura, attraverso le parole di scrittori e scrittrici (soprattutto) che, come Cyrano, usano la penna a mo’ di una spada contro l’ingiustizia.
Lo faremo per una settimana e non solo l’8 marzo, per ricordare che ogni giorno la violenza sulle donne va condannata, aborrita, combattuta.
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